FONDAZIONE PESENTI ETS

Dai Fridays for Future al ritorno al carbone

Giovedì 20 ottobre 2022 – si è svolto oggi l’incontro Dai Fridays for Future al ritorno al carbone. Il trade off tra emergenza e sostenibilità” promosso da Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Pesenti, presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera.

Ad aprire l’incontro Piergaetano Marchetti, Presidente Fondazione Corriere della Sera, che sottolinea le difficoltà che sta incontrando il percorso verso la sostenibilità, nel contesto attuale di guerra e pandemia: “Oggi abbiamo imparato che la via verso la sostenibilità ha dei costi energetici, economici, sociali o di altro tipo, che rendono il cammino tutt’altro che rettilineo. Quindi è necessario non perdere l’entusiasmo e la volontà di agire, ma riflettere sulla complessità del tema, che richiede interventi in più direzioni, non solo di tipo tecnico-scientifico ma anche scelte politiche e modifiche dei comportamenti umani.”

Piergaetano Marchetti, Presidente Fondazione Corriere della Sera e Carlo Pesenti, Presidente Fondazione Pesenti

Ritengo che questo convegno sia molto coerente con la missione della Fondazione, che negli anni ha investito sul tema della sostenibilità e si è impegnata a sostenere la ricerca, l’educazione e la formazione, attraverso collaborazioni con il Politecnico, l’Università Bocconi, supportando studenti e aziende.” Carlo Pesenti, Presidente Fondazione Pesenti prosegue sottolineando che: “noi oggi siamo in emergenza, e in questo contesto è stato necessario svolgere azioni specifiche, d’urgenza e rivolgersi a una precisa categoria di specialisti. Questo ha evitato il peggio nell’immediato, ma per mantenere e far evolvere i risultati raggiunti è necessario implementare una serie di strategie e azioni preventive e di mantenimento, che agiscano sul lungo periodo, grazie alla collaborazione di tutti, cambiando quindi lo stile di vita. In questo tipo di intervento la Fondazione, ma anche tutto il terzo settore e la politica stessa giocano un ruolo fondamentale per un cambiamento incisivo.”

Carlo Pesenti, Presidente Fondazione Pesenti

L’incontro di oggi affronta i temi appena citati come gioventù, tecnologia e cultura, interrogandosi al contempo sulla contrapposizione tra il valore della sostenibilità, promossa soprattutto dalle giovani generazioni, e le emergenze quotidiane.Massimo Sideri, editorialista Corriere della Sera e coordinatore dei relatori durante l’incontro, apre il dibattito dando la parola a Federica Gasbarro, biologa, attivista per l’ambiente e contro i cambiamenti climatici che ricorda la sua partecipazione alla Cop26 Glasgow. “È stata un’esperienza caratterizzata da una sorta di dualismo: da un lato il successo nell’evidenziare importanti tematiche relative alla sostenibilità ambientale, ma dall’altro la mancanza di concrete soluzioni politiche. Purtroppo, da quel 2021 la situazione, data l’emergenza in corso dovuta alla guerra e alla conseguente crisi energetica, non ha fatto che peggiorare e il prossimo incontro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici potrebbe vedere dei contrasti importanti fin dalla definizione delle fonti energetiche sostenibili.”

Massimo Sideri, editorialista Corriere della Sera e coordinatore dei relatori durante l’incontro.
Federica Gasbarro, biologa, attivista per l’ambiente e contro i cambiamenti climatici, Massimo Sideri e Barbara Mazzolai.

Interviene sul tema anche Marco Frey, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, direttore del gruppo di ricerca sulla sostenibilità della Scuola Superiore Sant’Anna: “La sostenibilità è associata per definizione al lungo periodo. Secondo questa prospettiva ciò che è stato definito a livello europeo, innanzitutto nell’ambito del Green deal con il programma Pronti per il 55% per il 2030 e a seguire con Net Zero Emission per il 2050, rappresenta una rotta abbastanza chiara e coerente. Dietro questi obiettivi si inserisce la transizione energetica, che presuppone un progressivo adeguamento ai programmi delineati, tenendo sempre presente che ogni valutazione sul lungo periodo dovrà soddisfare le 3 dimensioni: economica, ambientale e sociale.”

Marco Frey, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, direttore del gruppo di ricerca sulla sostenibilità della Scuola Superiore Sant’Anna.

Introducendo il tema degli investimenti in scienza e tecnologia Massimo Sideri passa la parola a Barbara Mazzolai, Direttrice del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di tecnologia di Pontedera, ricordando che le possibili soluzioni al problema potrebbero essere fornite proprio dalla ricerca scientifica. “Attualmente l’Europa si sta dirigendo verso finanziamenti sostanzialmente di ricerca applicata, con progetti che da una parte hanno ricadute pratiche per le aziende, nel sociale e sul breve termine, ma dall’altro non sono in grado di fornirci risposte sul lungo periodo per la risoluzione dei gravi problemi ambientali a cui stiamo assistendo. Sarà quindi necessaria una ricerca più a lungo termine per studiare l’ambiente, grazie a finanziamenti che aiutino a comprendere meglio i fenomeni che sono alla base del funzionamento degli ecosistemi.”

Barbara Mazzolai, Direttrice del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di tecnologia di Pontedera.

“In questo periodo, più che un tempo, inizia a emergere il conflitto tra sostenibilità ambientale e sociale. Il dato positivo è che l’innovazione è stimolata dalla presenza di conflitti, ma non bisogna tralasciare il fatto che fino ad oggi non siamo stati preparati a pensare all’innovazione in emergenza.” A chiudere il dibattito è Mario Calderini, professore ordinario di Social Innovation presso la School of Management del Politecnico di Milano che mette in guardia: “Finora le scuole politecniche hanno insegnato a fare innovazione con risorse abbondanti e vincoli deboli, mentre oggi questo paradigma non è più possibile. Non c’è solo da gestire il conflitto tra transizione ambientale economica e sociale ma è anche necessario considerare che la tecnologia non sempre risolve problemi ma ne crea altri, con ricadute inattese e crisi endogene di cui bisogna tenere conto. Purtroppo, questa visione complessa del problema è assente nei policy makers.”

Mario Calderini, professore ordinario di Social Innovation presso la School of Management del Politecnico di Milano.

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