FONDAZIONE PESENTI ETS

Il racconto di Caterina Giudici dall’Argentina

Il racconto di Caterina Giudici: da Bergamo a Neuquén (Argentina) per sei mesi con Intercultura e il supporto di Fondazione Pesenti.

RELAZIONE UNICA: MARZO – LUGLIO 2022

I rapporti con la mia famiglia ospitante. Quando penso al mio rapporto con la famiglia che mi sta ospitando, mi sorprendo dal legame che siamo riusciti a costruire in soli due mesi. Ricordo bene le emozioni che ho provato quando, per la prima volta, mi sono svegliata in questa casa: avevo paura, mi sentivo incomoda, fuori luogo e disorientata, non sapevo come comportarmi. Presto ho capito che avrei dovuto avere pazienza… All’inizio la barriera più grande era quella della lingua. Non mi è servito tanto tempo per imparare i ritmi della famiglia. Ho un bellissimo ricordo del giorno in cui mia madre ospitante mi ha dato una copia delle chiavi di casa, e insieme siamo andate a comprare un portachiavi. Per me quel momento è stato importante, mi sono sentita come se quel regalo significasse che ora la loro casa era anche la mia. La famiglia e composta da mamma, papà e tre figli: due sorelle e un fratello, tutti e tre più piccoli di me. Essere la sorella maggiore è una nuova esperienza per me, visto che in Italia sono la più piccola e i miei fratelli già sono usciti di casa. Mi stanno insegnando tanto e sto provando ad essere un buon esempio per loro, più che altro per Sofia che inizierà un’esperienza all’ estero negli Stati Uniti questo agosto. Per quanto riguarda i miei genitori ospitanti non potevo chiedere di meglio. Mia mamma Paola, è una donna incredibilmente sensibile e forte: lei è la persona con cui mi confido di più. La vedo come un grande punto di riferimento, sento che mi capisce e che sa darmi il consiglio giusto al momento giusto. Mio papà Ignacio invece è un raggio di sole, il suo buon umore, la sua energia e il suo umorismo mi strappano sempre un sorriso anche nei momenti più difficili. Anche lui ha fatto un anno all’estero quando aveva la mia età, per questo sento che mi capisce molto bene e che sa guidarmi in questa esperienza. Ho avuto la possibilità di conoscere anche i nonni, gli zii e i cugini e spesso nel fine settimana mangiamo tutti insieme. La famiglia è una parte enorme dell’esperienza e mi rendo conto di quanto sono stata fortunata ad essere stata accolta a braccia aperte da persone tanto belle.

L’interazione con la mia comunità ospitante e con gli amici. L’ interazione con i miei coetanei, e in generale con le persone esterne alla mia famiglia, è stato l’aspetto della mia esperienza che più è stato influenzato dalla barriera linguistica e dal mio stato d’animo nel primo mese. Considero me stessa una ragazza estroversa, fare amici non è mai stato un problema per me, però qua la dinamica era tanto diversa da ciò a cui sono abituata che non è stato tanto facile. Le cose sono cambiate nella seconda settimana dal mio arrivo, grazie all’ inizio della scuola. Dopo il primo giorno di classe già avevo il telefono pieno di messaggi dei miei compagni che mi invitavano a uscire con loro. Sinceramente non me l’aspettavo di trovarmi di fronte ad una comunità di persone tanto accoglienti e calorose. Ho imparato veramente cosa significa la pazienza e il dono dell’ascolto. Le prime settimane preferivo uscire con una o due persone massimo perché mi trovavo più a mio agio. Adesso ho trovato il mio gruppo di amici e mi piace passare tempo in compagnia con tutti. I giovani in Argentina sono generalmente energetici, pieni di vita, molto estroversi e trovano in qualsiasi momento un motivo per fare festa. Questo mi ha intimidito all’ inizio, ma dal momento in cui mi sono lasciata andare e ho capito che non avevo nulla da perdere ho iniziato a creare amicizie indimenticabili.

Il mio andamento scolastico, sia dal punto di vista del profitto, sia nei confronti delle relazioni interpersonali (con i compagni e con i professori). Il mio andamento scolastico, sia dal punto di vista del profitto, sia nei confronti delle relazioni interpersonali (con i compagni e con i professori): La vita da studente e la scuola come istituzione è una delle più grandi differenze che ho trovato con l’Italia. Frequento il quinto anno con indirizzo ecologico del Pablo IV. Ci sono tantissime differenze con la scuola italiana a partire dal livello di studio, compiti o stress notevolmente minore, fino al rapporto tra studenti o tra studente e professore. Sento che qua gli alunni hanno un rapporto più confidenziale con i professori, che sono visti non solo come un’autorità da rispettare, ma anche come una persona che ti può guidare e aiutare in aspetti della tua vita e crescita personale. Ho un bellissimo rapporto con i miei professori, mi chiedono spesso come sto in famiglia, se mi manca tanto l’Italia, se possono aiutarmi in qualsiasi modo ecc… In conclusione, amo andare a scuola qua proprio grazie alle persone fantastiche con cui posso condividere le mie giornate sui banchi. Per quanto riguarda il mio andamento scolastico dal punto di vista del profitto non sto avendo problemi. Venendo da un liceo artistico in Italia, e frequentando l’indirizzo ecologico qua in Argentina, ci sono tante materie nuove che sto affrontando. Sento che sto imparando tante cose nuove e scoprendo nuovi modi di studiare e affrontare la scuola!

Il mio tempo libero. Come ho già detto nelle prime settimane avevo bisogno di tempo per risposare e processare, per questo passavo i miei momenti liberi tranquilla in casa. In questo periodo il mio padre ospitante mi ha insegnato tanti giochi di carte, ho guardato film in spagnolo con i miei fratelli e mi sono goduta le lunghe chiacchierate con mia mamma ospitante mentre ci bevevamo un tè. Quando ho iniziato ad avere una routine più stabile, mi sono inscritta a pallavolo con mia sorella. È ormai da più di un mese che il lunedì e il mercoledì faccio un’ora e mezza di pallavolo e mi piace tantissimo! Avevo già praticato questo sport in Italia per 2 o 3 anni e sento di aver ritrovato una grande passione. Da poco ho iniziato anche nuoto, sempre il lunedì e il mercoledì, prima di pallavolo. Lo faccio con la scuola ed è molto divertente. È un ulteriore occasione per legare con le mie compagne di classe e fare attività fisica. Il giovedì al pomeriggio sono a scuola per partecipare alle lezioni di inglese. Per quanto riguarda gli altri giorni mi organizzo con gli amici per uscire a fare merenda, al centro commerciale, a passeggiare al fiume o riunirci in casa di qualcuno. Le domeniche sono dedicate allo stare in famiglia, spesso vengono a pranzare nonni, zii e cugini.

Le cose che mi hanno particolarmente colpito in questo Paese. Credo che la cosa che più mi ha colpito è l’accoglienza delle persone. Sono partita per questa esperienza avendo in testa lo stereotipo della persona sudamericana calorosa, espansiva e vivace. Questa aspettativa è stata soddisfatta più di quanto pensavo. Un’altra cosa che mi ha sorpreso è la libertà che i ragazzi hanno nella scuola: si ascolta musica a tutto volume durante l’intervallo, si mangia liberamente durante le lezioni e la relazione con il professore e più simile a quella con un amico che con un’autorità. La puntualità: se ci si mette d’accordo per incontrarsi alle 16, prima delle 17 nessuno si presenterà. A livello paesaggistico sono rimasta meravigliata da tantissime cose sia dentro che fuori la città. Ho avuto la possibilità di viaggiare a ovest verso le montagne ed è stato incredibile: in un tragitto di 5 ore in macchina non abbiamo incontrato nemmeno una casa… Distese infinite di vegetazione che si trasforma dall’essere arida e desertica, a collinare con piante basse per diventare poi piena montagna rocciosa. Credo che per una persona come me, nata e cresciuta in Europa, dove i paesi messi a confronto sono molto più piccoli, ritrovarsi davanti a territori tanto vasti è una cosa straordinaria e inimmaginabile se non vissuta.

3 parole che descrivono la mia esperienza fino a questo momento. La prima parola che mi viene in mente è sicuramente INTENSA. Ci sono piccoli momenti come: riuscire ad esprimerti bene in una conversazione in spagnolo, una nuova persona che ti chiede di uscire, riuscire a risolvere un problema da sola, vedere un paesaggio stupendo, ecc… che mi portano una felicità e una soddisfazione enorme. I momenti difficili ci sono stati e ci sono tuttora, sono sempre un adolescente dall’ altra parte del mondo. SORPRENDENTE è la seconda parola che mi sento che possa descrivere questi ultimi due mesi. ARRICCHENTE, per tutto ciò che sto imparando. Non solo sto imparando una nuova lingua o le abitudini di un’altra cultura, ci sono tantissime altre cose che rendono questa un’esperienza arricchente.