FONDAZIONE PESENTI ETS

arcVision Prize 2013

È Carla Juaçaba, brasiliana, la vincitrice della prima edizione dell’arcVision Prize – Women and Architecture.

La Fondazione Pesenti supporta l’arcVision Prize – Women and Architecture un premio internazionale di architettura al femminile per il sociale che premia un architetto donna, che dimostri nella sua attività di ricerca e progettazione significativa eccellenza qualitativa e attenzione alle questioni centrali della costruzione: tecnologia, sostenibilità, implicazioni sociali e culturali.

Il premio tende a privilegiare per le nomination quelle autrici che operano in condizioni di particolare complessità, sia come campi di intervento progettuale, sia dal punto di vista delle condizioni territoriali.

 


 

8 marzo 2013 – È Carla Juaçaba, brasiliana, la vincitrice della prima edizione dell’arcVision Prize – Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile per il sociale. Il riconoscimento consiste in un workshop di ricerca e in un premio di 50 mila euro – con l’auspicio di destinarne una parte a iniziative progettuali con finalità sociale.

 

La giuria ha voluto in particolare premiare il progetto padiglione Humanidade 2012 per Rio +20, progettato in collaborazione con un’altra figura femminile, l’artista Bia Lessa. La scelta assume un significato particolare perché la struttura è stata realizzata per la conferenza dell’ONU sullo sviluppo sostenibile Rio Mas 20, un importante momento di riflessione su quanto viene fatto per salvare l’ambiente del pianeta.

 

Carla Juaçaba, la vincitrice dell’arcVision Prize 2013

 


 

La giuria era composta da Shaikha Al Maskari, Vera Baboun, Odile Decq, Victoire de Margerie, Yvonne Farrell, Samia Nkrumah, Kazuyo Sejima, Benedetta Tagliabue, Martha Thorne e guidata da Stefano Casciani, direttore scientifico del premio.

 

La giuria dell’arcVision Prize 2013

 


 

Menzioni d’onore sono state assegnate inoltre alla spagnola Izaskun Chinchilla, per il non convenzionale approccio progettuale, all’indiana Anupama Kundoo, per la sua capacità di ricerca sui materiali e all’estone Siiri Vallner, per la sua sensibile interpretazione degli spazi e dei luoghi.

 
 

L’assegnazione del Premio si è tenuta il 7 marzo a Bergamo.

 
 


 
 

Carlo Pesenti

 

Con questo riconoscimento – ha sottolineato Carlo Pesenti – vogliamo mettere in risalto l’importanza crescente che nell’ambito dell’architettura vanno assumendo da tempo le progettiste, ed essere così testimoni di una discriminazione positiva nei confronti delle donne. Con la speranza che in settori tradizionalmente governati dagli uomini possa affermarsi sempre di più il ruolo centrale della figura femminile in modo da superare qualsiasi forma di differenziazione o esclusione dei meccanismi decisionali o produttivi. Dell’energia e della sensibilità delle donne hanno bisogno gli uomini e le aziende per crescere e ottenere risultati sempre migliori”.

 


 

 

 Carla Juçaba, Brasile – VINCITRICE

 

L’annuncio della vincitrice Carla Juacaba per l’arcVision Prize 2013

 

“Carla Juaçaba racchiude quelle qualità che un architetto coraggioso deve avere per affrontare la propria professione con creatività alla ricerca di soluzioni non convenzionali, con immensa sensibilità rispetto al contesto nel quale le sue opere saranno collocate”.

 

La Giuria ha lodato la funzionalità e l’adeguatezza delle soluzioni adottate per garantire lo scopo per cui sono state progettate; senza però dimenticare bellezza e qualità della vita per coloro che utilizzeranno e abiteranno i suoi edifici. La Giuria ha ritenuto che Carla Juaçaba incarni l’architetto “completo”, che abbraccia tutti gli aspetti connessi all’incarico ricevuto: contesto, ambiente, natura, parametri, materiali….

 

Dopo aver esaminato progetti completamente diversi fra loro, la Giuria ha voluto sottolineare la capacità di Carla Juaçaba di gestire con successo interventi su scale diverse. Il Padiglione Humanidade 2012 per Rio+20  è una struttura temporanea concepita in collaborazione con l’artista Bia Lessa per ospitare eventi privati ed una mostra sulla sostenibilità, aperta al pubblico, che ha contato 220.000 visitatori in due settimane.

 

La giuria ha sottolineato l’elegante semplicità e funzionalità del padiglione. Utilizzando elementi di impalcatura di uso comune per la sua realizzazione, l’architetto ha dimostrato in maniera creativa il suo grande impegno per la sostenibilità, riutilizzando materiali esistenti disponibili localmente per creare la struttura e le passerelle, lunghe 170 metri, del padiglione. Una volta smontati, i materiali saranno completamente riciclabili e riutilizzabili.

 

L’edificio crea un dialogo magico con lo scenario circostante, contribuendo a migliorare  il luogo che lo accoglie  e la sua già spettacolare natura.

 

La Varanda House, costruita in un’area dove andavano preservati gli alberi esistenti, è un eccellente esempio di “minimal house” che invita ad entrare in spazi semplici nei quali la luce interagisce in maniera delicata e sempre nuova con il meraviglioso paesaggio brasiliano.

 

BIOGRAFIA 

 

Nata nel 1976, dal 2000 Carla Juaçaba ha sviluppato il proprio studio indipendente di architettura e ricerca di Rio de Janeiro in Brasile. Attualmente il suo ufficio è impegnato in progetti pubblici e privati, relativi a programmi abitativi e culturali.

Da studentessa universitaria ha collaborato con l’architetto Gisela Magalhães della generazione di Niemeyer, prevalentemente nell’area delle esposizioni relative alle arti indigene e ai musei storici brasiliani.

 

Nei primi anni dopo il college (2000) ha collaborato con l’architetto Mario Fraga a un progetto chiamato “Casa Atelier”, a cui è seguita una serie di progetti come la “Casa Rio Bonito” (2005), la “Casa Varanda”(2007), la “Casa Minimum” (2008),“Casa Santa Teresa” nella fase finale (2012), e alcuni progetti espositivi.

 

Tra le sue opere attuali vi sono il padiglione effimero concepito con la scenografa e regista teatrale Bia Lessa, “Humanidade 2012” per Rio+20, il recente incontro internazionale svoltosi a Rio de Janeiro, e anche abitazioni alla periferia di Rio.

 

Carla Juaçaba fa parte del mondo accademico e dell’insegnamento, svolge progetti di ricerca, tiene lezioni, partecipa a biennali ed esposizioni, e di recente ha fatto parte della giuria alla BIAU Bienal Ibero Americana di Madrid (2012). Attualmente insegna alla FAU-PUC RJ Pontifícia Universidade Católica. La sua opera si concentra su una questione intrinseca della disciplina: la poetica della tettonica e il suo potenziale espressivo.

 


 

MENZIONI D’ONORE

 

Izaskun Chinchilla, Spagna 

 

 

La giuria ha espresso la propria ammirazione per il coraggio di Izaskun Chinchilla e per  il suo impegno nell’intraprendere percorsi  legati alla ricerca e allo studio dell’architettura senza dimenticare un’originale combinazione tra elementi sociali, estetici e tecnici allo scopo di reinventare e dare una nuova vision dell’ambiente nei suoi lavori. 

La realizzazione di ciascun progetto è al contempo architettura trasgressiva  e installazione d’arte che abbraccia spazi pubblici e sociali.
La giuria ha voluto sottolineare il dinamismo della progettista nell’andare oltre i limiti e la forza che riesce a trasmettere attraverso i  suoi disegni, di grande fascino per la nuova generazione di architetti.

 

BIOGRAFIA 

Laureata in architettura nel 2001 presso la Universidad Politécnica de Madrid (Spagna). Gestisce il proprio studio dal 2001 a Madrid. Possiede una lunga e profonda esperienza in campo educativo.

E’ Senior Teaching Fellow e Researcher presso la Barlett School of Architecture (UCL Londra, UK). Ha insegnato anche alla Ecole Special (Parigi, Francia) e alla HEAD University (Ginevra, Svizzera).

È stata Studio Professor all’Università di Alicante (Escuela de Arquitectura Universidad de Alicante) dal 2002 al 2007 e al momento insegna all’Università di Madrid (Escuela Técnica Superior de Arquitectura Universidad Politécnica de Madrid, Spagna) e all’Instituto de Empresa (Madrid, Spagna).

La sua attività come designer si accompagna a un progetto di ricerca chiamato “Ripercussioni sociali ed estetiche delle soluzioni e delle questioni tecniche che riguardano l’ecologia”, che l’ha portata come borsista presso la Columbia University di New York (2002), l’Ecole de Mines de Paris (2003) e la Princeton University nel New Jersey (2004) e anche all’Institut d’Arquitectura Avancada de Catalunya (Barcellona), e al master post-laurea (2003-2007).

Al momento supervisiona la realizzazione del suo progetto per una mediateca al castello medievale di Garcimuñoz a Cuenca in Spagna (un edificio culturale pubblico con ristrutturazione delle infrastrutture esistenti a scopi sociali); la ristrutturazione di una casa tradizionale a Toledo, Spagna; e altri progetti minori.

Partecipa anche alla progettazione di esposizioni digitali interattive a scopo sociale per incoraggiare la lettura tra i bambini (Fairytale Park Museography di Málaga) o apprezzare lo sforzo profuso in alcune discipline sportive (Centro de Arte Canal).

 
 
 

Anupama Kundoo, India

 

 

La giuria ha voluto assegnare una menzione speciale all’indiana Anupama Kundoo per la sua capacità di focalizzarsi sulla ricerca di materiali che riducano l’impatto delle tecnologie costruttive sull’ambiente.

È stato apprezzato il suo progetto Volontariat Homes e Urban Eco-Community. Un encomio particolare va alla sua attività di sperimentazione sui materiali da costruzione non convenzionali, anche riciclati, adattati allo specifico contesto. Infine, la giuria ha giudicato positivamente il suo impegno nell’affrontare il problema dell’accessibilità dei costi di costruzione oltre che ai più generali temi legati alla sostenibilità.

 

BIOGRAFIA 

Nata a Pune in India nel 1967, sposata, due figli. Anupama Kundoo è architetto dal 1990 e ha realizzato più di cento progetti. Il suo studio di architettura dimostra una forte attenzione per la ricerca sui materiali e per l’architettura sostenibile, con sperimentazioni che abbracciano diversi settori, dalle tecnologie di costruzione fino alla realizzazione di prototipi rispettosi dell’ambiente e sostenibili dal punto di vista socio-economico. Anupama Kundoo si è occupata di progetti che spaziano dall’urbanistica, all’architettura e fino allo sviluppo di prodotti per i sistemi di costruzione.

 
 
 

Siiri Vallner, Estonia 

 

 

Siiri Vallner è una tra le giovani concorrenti che ha catturato l’attenzione della giuria. La sua attività si divide tra due studi di architettura, tra cui uno tutto al femminile, il  KAVAKAVA. 

Siiri Vallner ha realizzato strutture scolastiche, sportive e spazi per attività culturali che sono diventate segni distintivi  nel nuovo scenario architettonico dell’Estonia.

La giuria ha ritenuto che la sua Downtown Gym interpreti con particolare sensibilità il luogo in cui è inserita, dando al contempo il suo positivo contributo all’ambiente circostante. Sia le opere in  terra sia quelle in elevazione portano lo spazio esterno all’interno dell’edificio, tanto che la palestra risulta avvolta da un muro in laterizio che combina tradizione  artigianale e creatività.

La giuria ha ritenuto la progettista meritevole di una menzione speciale: quest’opera multifunzionale mette in risalto trasparenza, semplicità, flessibilità e coraggio in totale armonia con l’ambiente naturale. Flessibile e coraggioso nel fondere vecchio e nuovo: il lavoro di Siiri Vallner esplicita molte delle qualità che si vorrebbero veder realizzate nell’ambiente costruito.

 

BIOGRAFIA 

Siiri Vallner (nata nel 1972) ha aperto il suo studio professionale dopo aver studiato architettura e urbanistica in Estonia, Danimarca e negli Stati uniti.

Siri Vallner ha realizzato un’ampia gamma di progetti, soprattutto di edilizia pubblica. Di recente si è occupata di diversi progetti sociali – alloggi di breve durata per senzatetto a Tallinn, case-famiglia a Kuressaare e una sauna pubblica a Tallinn. Siri Vallner ha vinto numerosi premi, compreso il primo Estonian Young Architect Award nel 2009.

Siri Vallner insegna all’Accademia delle Arti estone, dipartimento di architettura. Oltre a vari altri progetti, Siri Vallner è stata curatore (assieme a Katrin Koov) del numero di architettura del paesaggio della rivista estone di architettura Maja nel 2006.

 


 

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